Descrizione Progetto
Come consuetudine, ci si riunisce di buon mattino in zona lago, in questo caso Rivoltella, per formare i vari equipaggi.
Tre vetture con quattro persone a bordo, totale dodici partecipanti.
Quindi alla volta di Affi e autostrada fino a Trento Sud per sosta nel bar di bell’aspetto per colazione mattutina.
Poi arrivo a Trento e interminabile salita fino a Palù del Bondone, nei pressi del ristorante- bar e parcheggio.
La giornata si presenta subito bella e soleggiata la piana adibita a pista di fondo e splendidamente innevata.
Indossate le ciaspole ci incamminiamo in direzione delle tre cime del Bondone, splendidamente illuminate dal sole mattutino.
Serviranno comunque qualche centinaio di metri per fare in modo che che queste “trappole” da passeggio troveranno la giusta sistemazione ai piedi dei vari partecipanti.
Puntiamo direttamente verso la grossa mole di Cima Verde, attraversando diverse volte il tracciato per i fondisti, fino al margine del bosco dove senza tracce e neve molto alta rendono difficoltoso l’individuazione del sentiero, e individuato il percorso di salita grazie alla tecnologia e alla fortuna, notiamo subito che a causa della troppa neve e delle caratteristiche di sentiero estivo diventa impossibile percorrere l’itinerario proposto.
Decidiamo in alternativa di seguire un tracciato che snodandosi nella parte bassa della valle si inoltra verso il Doss D’Abramo nel centro dell’anfiteatro delle tre cime del Bondone.
Il percorso di persè si rivela bello e adatto alla meccanica delle ciaspole.
Passiamo tra spettacolari scorci di bosco e rocce affioranti contornate da spiazzi di neve non calpestata da essere umano, che noi per puro piacere profaniamo.
Alternandoci alla testa del gruppo per battere la traccia, arriviamo in fondo alla gola, dove decidiamo di terminare l’escursione.
Proseguire potrebbe essere pericoloso, i pendii sovrastanti sono carichi di neve e la temperatura abbastanza elevata, e il canalone da superare per salire oltre non è assolutamente adatto alle ciaspole.
Torniamo per lo stesso itinerario, cercando di calpestare dove possibile pendii non tracciati per il sommo piacere di tutti e talvolta venisamo superati da scialpinisti; osserviamo la disinvoltura con cui volteggiano sul manto nevoso, rendendoci un pochino invidiosi.
Il bosco termina velocemente e sempre accompagnati dagli scatti fotografici di Rocco, guadagnamo il fondovalle per poi dirigersi verso un vecchio bunker militare.
Il fabbricato restaurato e adibito ad osservatorio, presenta una semisfera in metallo lucido e speculare dall’aspetto “alieno” dove ci immortaliamo per le foto di rito.
Quindi ci ritroviamo poi, in conclusione alla terrazza del ristoratino vicino al parcheggio, per concludere in armonia la bella giornata sulla neve.