La condizione reale del manto nevoso è un parametro da tenere sempre in considerazione al di là di ogni classificazione dell’itinerario.
La temperatura, la qualità e la quantità della neve possono incidere anche non di poco nel determinare la difficoltà di una discesa con gli sci.
Nello scialpinismo classico la scala delle difficoltà tutt’ora maggiormente diffusa nelle Alpi è quella di Blachère.
Questa scala molto semplice si articola su 3 livelli:
MS – Medio Sciatore
É in grado di curvare su pendenze medie inferiori a 25°, pendii ampi e senza passaggi obbligati. Teme il ripido e i passaggi stretti.
BS – Buon Sciatore
Padronanza tecnica su pendenze fino a 40° (esclusa neve dura) e/o passaggi stretti obbligati.
OS – Ottimo Sciatore
Pendenze oltre i 40° (o anche meno in presenza di neve ghiacciata) con passaggi stretti obbligati.
L’aggiunta della lettera A dopo la sigla sta indicare un itinerario con passaggi alpinistici dove lo sciatore deve conoscere l’utilizzo della corda, della piccozza o dei ramponi (attraversamento di ghiacciai crepacciati, tratti di arrampicata, pendii ripidi, lunghezza dell’itinerario, cornici, ecc.). Le difficoltà diventano:
MSA: Medio Sciatore Alpinista
BSA: Buon Sciatore Alpinista
OSA: Ottimo Sciatore Alpinista
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In base alla Legge Regionale 26 del 1/10/2014 gli sciatori fuori pista, gli sci alpinisti, gli escursionisti con e senza ciaspole, devono munirsi degli appositi sistemi di autosoccorso qualora sussistano pericoli di valanghe (ossia ARTVA, pala e sonda)
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