Descrizione Progetto
ESCURSIONISTI:
Partiti tutti insieme alpinisti e escursionisti da Castiglione, in tutto 13 persone, abbiamo raggiunto il parcheggio sopra l’abitato di S.Vito di Cadore e ci siamo incamminati fino al Rif. Scotter, dopo per sentiero, risalendo i contrafforti del Sorapiss fino al Rif. S.Marco. Posto in posizione strategica per molte escursioni facili: attraversata al Rifugio Galassi, Capanna degli Alpini, Rifugio Chiggiato, salita alla Forcella grande e giro delle cimette che la circondano (cima dei Ross, Punta Taiola), Bivacco Slataper, Valle di San Vito fino a Palus San Marco. E’ sempre stato base d’appoggio per le escursioni difficili tipo il Giro del Sorapiss (Via ferrata Berti e Via ferrata Vandelli Sentiero Minazio), attraversata al Bivacco Voltolina per cengia del Doge oppure al Rifugio Antelao attraverso la via del Ghiacciaio. E’ base per alcune fra le più belle scalate delle Dolomiti: la cima Antelao, la cima Sorapiss, la Cima Belprà, la cima Scotter per il Passo del camoscio, la Torre dei Sabbioni. In neanche un ora di cammino si raggiunge la Forcella grande, valico maestoso spartiacque tra il Gruppo del Sorapiss e le Marmarole, oppure la Forc Piccola spartiacque tra il Gruppo dell’Antelao e delle Marmarole. Queste vastissime porzioni rocciose parte ancora selvagge come ormai è raro trovare in Dolomiti, vengono considerate insieme a fini escursionistici in quanto non ci sono strade statali che le separano l’una dall’altra.
Raggiunto il Rifugio nel pomeriggio “libero” qualcuno ne approfitta per visionare il percorso del giorno dopo, altri riposano. La sera giunge velocemente e prima di cena un violento nubifragio con tanto di grandine ci preannuncia un domani difficile per la salita alpinistica. Il giorno dopo una giornata stupenda si apre davanti a noi, alpinisti partenza alle 6, noi colazione alle 6. Partenza alle ore 8 per raggiungere la forcella Grande e prolungare la gita fino al vallone e al Rif.Galassi. Come succede quasi sempre nasce subito un problema, un componente del gruppo dichiaratosi “escursionista“ sparisce senza zaino, senza avvisare nessuno. Dopo una inutile attesa ci incamminiamo. Malauguratamente il temporale torrenziale della notte precedente, a spazzato via il sentiero proprio in prossimità del passo e quindi non è stato possibile proseguire oltre.
Ritorniamo, improvvisando una traccia, verso il rifugio Scotter, e quindi per strada verso il parcheggio. Dopo circa un’ora ci riuniamo tutti, compreso ”lo scomparso”.
Giallo risolto e non senza polemiche, e quindi ricomposti gli equipaggi ci avviamo al ritorno.
Renato Busseni
ALPINISTI
Dopo un viaggio in auto di circa 4 ore, ci ritroviamo al parcheggio poco sopra San Vito di Cadore per incamminarci con calma al rifugio san Marco; la giornata è calda e la salita seppur breve è tutta sotto il sole.
Il rifugio è in una posizione stupenda, con vista sull ‘Antelao e il Pelmo, più lontane si intravedono le Tofane. Il pomeriggio c’è chi approfitta per riposarsi e chi invece esplora i dintorni.
Ci si ritrova a cena e si decide, viste le previsioni, di partire presto per evitare i temporali preannunciati.
La mattina ci ritroviamo in sei per salire alla cima.
Dopo una notte con un forte temporale con tuoni, fulmini e grandine, la giornata è stupenda.
Durante l’avvicinamento alla cima, un partecipante decide di fermarsi al bivacco che si trova proprio all’inizio del canalone che porta alla parete.
Ci mettiamo il casco e saliamo con calma sempre concentrati su dove mettere i piedi.
La via normale non è difficile, qualche breve passaggio dove bisogna usare le mani, bisogna però fare attenzione perché ci sono passaggi esposti con un ghiaino infido. Il passaggio “chiave” è facilitato da un cordino che aiuta la progressione sia in salita che dopo nella discesa.
Dopo una lunga cengia, arriviamo alle ultime rocce finali e poco dopo le nove siamo in vetta.
Foto di rito, panorama stupendo a 360 gradi, nessuna nuvola in giro.
La discesa all’inizio deve essere affrontata con concentrazione, solo quando siamo nei pressi del canale ci lanciamo, lasciandoci scivolare lungo il ghiaione per arrivare nei pressi del bivacco.
Poi dal rifugio S.Marco, scendiamo al parcheggio dove ritroviamo gli altri che avevano fatto una escursione alternativa.
Nonostante le previsioni, la giornata è sempre stata stupenda.
In Conclusione: bella cima solitaria poco frequentata ma a torto..
Eugenio Menegardi