Descrizione Progetto
Partenza ore sette mattutine dal solito posto, sono tutti presenti i nove escursionisti, più un ritardatario che si aggiunge all’ultimo momento. La meta è il casello in uscita a Seriate, dove ci incontriamo con altri quattro escursionisti creando in totale un gruppo di quattordici persone, composto da tre donne e alcuni giovani. Raggiunta la località Zambla Alta e quindi il passo della Crocetta a(1267m.) parcheggiamo presso la partenza del sentiero di salita, dopo un tratto di sterrato con tanto di divieto, che tutti sembrano ignorare. La ripida salita si inoltra nel bosco di faggi e abeti per poi passare in un vecchio rudere adibito un tempo ad abitazione dei carbonai, vicino i resti in pietra di una “calchera” ormai In evidente stato di abbandono. Superando sempre per sentiero, una parete adibita ad arrampicata risaliamo l’ampio vallone fino al passo, dove il sentiero piega a destra raggiungendo una sella, nei pressi della Baita Nembrini. Intanto, smentendo i vari meteo che ci promettevano una giornata bella e soleggiata, il tempo persiste con una nebbia in quota che ci impedisce la vista del panorama circostante. Facciamo una sosta ristoro, e quindi alcuni (di buona gamba) di decidono di salire la vicina Cima della Croce, mentre i restanti decidono di proseguire verso l’Alben. Dalla Nembrini, comincia il tortuoso sentiero che porta in vetta, seguendo una piacevole e talvolta aerea cresta che momentaneamente le nuvole basse nascondono alla vista. Tutti i passaggi sono segnati con vernice rossa e bianca, talvolta in modo esagerato, stando a significare che la nebbia da queste parti si fa vedere spesso. Piacevoli e interessanti sono un paio di passaggi in ”arrampicata” facile che si introducono nella roccia calcare. Ormai nei pressi della parte finale del sentiero, sotto la cuspide sommitale, ci compattiamo con il gruppo che era salito alla vicina Cima della Croce, tutti insieme raggiungiamo la croce di vetta del monte Alben m 2019. In vetta siamo solo in dodici due anno preferito rimanere ad aspettarci alla Nembrini. Ristoro e classica foto di vetta, intanto la nebbia si apre e possiamo finalmente vedere il panorama circostante, composto da creste e guglie dall’aspetto dolomitico. Ritorniamo quindi a ritroso per recuperare i due escursionisti che nel frattempo si sono riparati nella capanna, un manufatto ricavato intelligentemente fra le rocce, con modesti lavori in muratura in grado di resistere a tutte le peggiori intemperie. All’interno una scorta di cibo e bevande a pagamento (con offerta confidante nell’onestà delle persone civili) e un paio di posti dove stendere il sacco a pelo in caso di emergenza. Ci incamminiamo per la discesa alle macchine, adesso le nuvole si sono fatte più minacciose, e scendendo verso il vallone una timida pioggerellina ci accompagna per un breve tratto e poi fortunatamente smette, permettendoci un rientro asciutto. La giornata si conclude in allegra compagnia davanti ad una birra al bar ristorante del Colle di Zambla, dove ci salutiamo.
Renato Busseni