Descrizione Progetto
Questa escursione infrasettimanale, virtualmente, comincia già il giorno precedente.
Il meteo, alle otto di martedì mattina, nella zona dove ci dovremmo recare prevede precipitazioni per tutto il giorno successivo e data la conformazione della parte terminale del sentiero, sconsigliabile se bagnata, viene diramato l’avviso di annullamento della gita.
Nel primo pomeriggio, per scrupolo ricontrollo il meteo e l’aggiornamento prevede possibilità di pioggia solo dalle quattordici. Una rapida consultazione con i soliti partecipanti e calcolati i tempi, confermo l’escursione così come prevista nel programma.
Mercoledì mattina siamo in nove, solo due le quote rosa (il meteo ha lasciato il segno). All’ora prefissata parcheggiamo a Fornico e attraverso i bassi volti dell’antico borgo, iniziamo a risalire la stradina in parte cementata, che si snoda tra i terrazzamenti coltivati a olivo, tipici delle sponde del lago di Garda. Il cielo è velato con alcune nubi che si alternano ai prevalenti periodi di soleggiato.
Dopo la prima parte di stradina con tratti un po’ ripidi, il sentiero si distende guadagnando lentamente quota nel bosco ancora quasi del tutto spoglio. Anche qui, per non dimenticare, ci troviamo a dover scavalcare un paio di tronchi o inchinarci e passare sotto ad alcuni alberi abbattuti dal fortunale dello scorso ottobre. Dopo un paio d’ore di cammino, arriviamo alla sella che precede l’ultimo tratto. In mezzo ad alcuni roccioni che fungono da parapetto sul precipizio, c’è un bel pulpito panoramico, facciamo una sosta, scattiamo qualche foto e dato che l’ultimo tratto è roccioso con alcuni passaggi dove si devono appoggiare le mani, lasciamo i bastoncini che sarebbero più d’intralcio che utili. Circa venti minuti dopo raggiungiamo la cima, la leggera foschia, purtroppo impedisce di vedere molto lontano, ma permette comunque di distinguere nettamente la penisola di Sirmione e la sponda sud del lago, la sagoma della riva veronese e i monti circostanti più vicini. La parete nord-est del Pizzocolo ci sovrasta con la vetta tra le nuvole che nel frattempo si sono fatte più consistenti e minacciose, come a voler confermare le previsioni.
Foto di rito, pasto frugale e giù in fretta per evitare, se possibile, di prendere pioggia, soprattutto nella prima parte, la più impervia.
Durante la discesa, grazie ad alcune sporadiche gocce, il timore della pioggia ci ha solo sfiorato, lasciandoci arrivare asciutti di nuovo nel borgo. Guarda caso, non ostante le esigue dimensioni dell’abitato, nel centro c’è una trattoria dove propongono un economico e consistente “pranzo di lavoro”, di comune accordo, optiamo per rifocillarci degnamente per compensare i bocconi trangugiati frettolosamente in vetta. E’ passata l’una e mezza e le squadre di operai, terminate le consumazioni se ne stanno andando e lasciano il locale a nostra disposizione.
Dopo pranzo, ancora non piove, anzi il cielo è più chiaro e ci invita ad una ulteriore passeggiata digestiva tra uliveti e muretti a secco. Poi però, qualche goccia ci consiglia di non pretendere troppo e rientrare. Verso le quindici e trenta, quando siamo in auto già da un po’, finalmente, dopo il lungo periodo di siccità, piove.
Franco Brigoni